La recita di Natale
La recita di Natale, all’asilo o alla scuola elementare, è una tappa di vita quasi obbligata per molti di noi. Uno spartiacque da cui non si scappa, e che spesso liquidiamo con una risata intrisa di tenerezza, quando ci rivediamo in video tanti anni dopo, ripresi magari un po’ goffamente da una videocamera spolverata dalla cantina o dal telefono di ultima generazione del quale nostra madre conosce spesso giusto giusto le funzioni base. Te l’ho detto in tutte le salse, mamma: per registrare il video, swipe a destra.
La recita è un’occasione apparentemente innocua che rivela tanti aspetti del nostro carattere: c’è chi freme per la propria performance, immerso in un personaggio del quale si è innamorato, e c’è chi, magari per senso di inadeguatezza o semplicemente perché è timido, vorrebbe solo fare l’albero, seminascosto dal fondale.
Secoli di opere d’arte, fotografie e film ci hanno subdolamente insegnato, però, che l’imprescindibilità del “centro” e la sacrificabilità del contorno è un falso storico: senza gli alberi, senza le “quinte”, le composizioni semplicemente non funzionano.
In questo scatto il protagonista è chiaro: tronfio e sicuro di sé, il nostro pane di segale integrale bio si prepara ad entrare in scena. E vi assicuriamo che farà bella figura, sia nei monologhi sia quando farà due chiacchiere con le vostre confetture, proprio come in una recita che forse per quest’anno dovrà proprio essere rimandata. Provate però a escludere dal quadro Andrea, che con sapienza lo ha impastato e ve lo sta servendo. Oppure togliete chi, quel pane, sta per sceglierlo, poggiarlo sul tagliere e condirlo per preparare una bella merenda ai bambini immersi nel torpore pomeridiano. Sì, il pane è molto bello. Se è buono, ce lo direte voi. Ma a noi, di questa foto, piace di più quello che c’è intorno.
